Un micro viaggio in libreria In evidenza
“Sarebbe a dire che scrivo di viaggi, trasferte, micro viaggi ma anche di non viaggi o meglio di viaggi che a prima vista possono non sembrare viaggi. E poi racconto le mie riflessioni di viaggio e tutto ciò che vedo con i miei occhi mentre viaggio, o meglio tutto ciò che si riflette nei miei occhi e poi nella mia mente e a volte si stampa nella mia anima, come una fotografia.”
-Nun te capisco …
“Ti faccio un esempio …”
“Oggi ho fatto un viaggio in libreria con mio figlio. In auto. Un viaggio di sei minuti. Pensa, mi sono fermato solo una volta a metà strada per comprare due limoni biologici. € 0,85.”
-Sticazzi! So’ cari rabbiti i limoni!
“Mio figlio doveva comprare un libro di novelle di Verga. Conosci Giovanni Verga? Quello dei Malavoglia, di Mastro Don Gesuldo, di Novelle Rusticane … Avrai letto Rosso Malpelo, no?”
-A Voja. Eccerto c’o conosco. Rosso Malpelo. E chi nun se lo ricorda ... Eh, er grande Verga!!!
“Ecco appunto … si vede che hai studiato alla CEPU. Bravo. J Insomma, arriviamo alla libreria ed entriamo. Subito avverto l’odore caldo dei libri. Copertine colorate che mi incantano come le sirene di Ulisse … Conosci Ulisse, no??? No aspetta ne parliamo dopo … Beh insomma vedo tutte quelle copertine che mi invitano, mi richiamano. Vieni, Davide, vieni, aprimi, leggimi, comprami, archiviami … Io sono ammaliato, inebriato da quelle voci che hanno un sapore onirico di infinito. Come una canzone degli M83. Ordino a mio figlio di mettersi dei tappi di cera nelle orecchie e di legarmi le mani dietro la schiena. Mentre lui rema tra le correnti del mare della cultura e mi trasporta verso la sezione dei classici per cercare il libro di Verga io ascolto il canto dei libri. Inebriante. Cerchiamo Verga alla V di Verga e mentre mio figlio sta per afferrare il libro … vedo … vedo Mr. G.
Ahahahaha Quello dell’areclame de la Galbusera!!! AHAHAHAHA …
“NO! Ho detto Mr. G e non Mago G. Ascoltami quando parlo. Mr. G è un signore in pensione. Ha lavorato per una vita. Ha fatto il medico. Ma la sua passione è la lettura, lo studio. Mr. G è uno che ama soffermarsi su quello che legge. È capace di fermarsi ore e ore a ragionare su una frase, su una parola. Mr. G non è erudito, non è dotto, non è acculturato. Mr. G sa e sa di sapere ma allo stesso tempo sa non di sapere e per questo continua a leggere, a studiare, soprattutto filosofia. A Mr. G piace parlare, raccontare, spiegare, motivare, consigliare, fare dialettica. Mr. G inoltre … ascolta. Sa ascoltare e gli piace ascoltare. E ti fa i complimenti quando rimane colpito da qualcosa che gli dici. Mr. G sa e ha capito cosa è una sinestesia e te la sa spiegare, compresa l’etimologia. Si, perché Mr. G non ti insegna. Mr. G spiega e ti fa capire le cose e ti fa venire voglia di domandare e di sapere ancora. L’anima di Mr. G è come il deserto. Ti mette sete. Una sete di sapere.”
-Me cojoni!
“Mr. G era seduto a un tavolino dentro la libreria, nella sezione dei classici. Distinto, con un atteggiamento d’altri tempi sfogliava libri. E i libri si facevano sfogliare volentieri da lui. Provavano piacere a stare tra le sue mani e si piegavano a favore dei suoi occhi, interessati e sforzati dietro le lenti di un paio di occhiali di metallo. Occhi non più potenti come una volta ma forse ancora più saggi e desiderosi di lettura. L’ho salutato. Erano molti mesi che non lo vedevo. Mi ha riconosciuto e con piacere elegante ed educato mi ha invitato a sedermi insieme a lui. Abbiamo iniziato a parlare. I pensieri, i nostri pensieri, uscivano dalla mente sotto forma di parole. Le più diverse per materia, per lingua, per origine etimologica ma tutte collegate dal filo invisibile della curiosità, della sete di conoscenza, del desiderio di confronto. Ci passavamo la palla come in una partita di tennis giocata senza agonismo, senza competizione. Ma solo per il piacere di giocare. Mi sentivo un po’ come un discepolo dell’antica Grecia davanti al suo maestro. Mr. G un moderno Socrate che attraverso la tecnica maieutica faceva uscire cose fuori da me. Senza farmi domande. Senza che io me ne rendessi conto. Cose che sapevo ma che non sapevo di sapere o che non ricordavo di sapere o che magari semplicemente non avevo mai avuto modo di far zampillare fuori dalla sorgente della mia conoscenza, sotto forma di frasi e opinioni ben espresse. Perché ne era mancata l’occasione forse o semplicemente la persona giusta che sapesse ascoltare. Abbiamo parlato di figure retoriche, della sinestesia, dell’ossimoro, di matematica e filosofia, di stelle e di sintassi, di grammatica e di umiltà. Dell’umiltà. Si. Quella cosa rara e preziosa che si chiama umiltà … Mio figlio ascoltava distrattamente girellandoci attorno mentre guardava copertine di libri. E a un certo punto mi chiede più soldi perché oltre al libro delle novelle di Verga voleva comprare anche Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson. E io ho accettato con piacere. Ma poi come dite voi a Roma … S’era fatta ‘na certa. E io dovevo tornare a casa. Ho salutato Mr. G con la promessa di risentirci e vederci per una cena e parlare di libri e dei loro contenuti, quelli letti e capiti o letti e non capiti ma che si desidera capire. Uscendo pensavo che quella piccola e inattesa esperienza all’interno della sezione classici della libreria era stato uno stupendo viaggio. Un micro viaggio. Degno di essere raccontato in un blog di viaggi e non viaggi. E tu cosa ne pensi Pasquino? È o non è stato un viaggio?”
-Me cojoni!!!
“Appunto … A proposito … Umile deriva dal latino humilis = che sta in terra, humus=terra”.