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Idrogeno verde
di Francesco Asdrubali // Professore ordinario di Fisica Tecnica Ambientale · Università degli Studi Roma Tre
Uno degli slogan più cari all’ambientalismo degli anni ’90, diffusosi dopo la Conferenza ONU di Rio de Janeiro del 1992, è stato “pensare globalmente e agire localmente”.
Slogan fatto proprio dai sindaci di 32 comuni umbri (da Perugia al Trasimeno, dall’Orvietano all’Amerino), coordinati dal sindaco di Panicale Giulio Cherubini, che hanno siglato un “Protocollo d’intesa per una strategia intercomunale di valorizzazione delle risorse forestali dei paesaggi del Trasimeno meridionale e dell’Umbria occidentale”.
Si tratta di un territorio da 80.000 ettari, disboscato nel 1850 per le ferrovie italiane, che deve essere riportato a primo polmone d’ossigeno regionale, anche nel quadro delle strategie di riduzione di emissioni di anidride carbonica. Dopo la firma del protocollo si aprirà una manifestazione di interessi pubblica aperta a tutte le imprese che vogliono partecipare al progetto denominato “Wood 4 Green Umbria”, che ha il suo fulcro su Pietrafitta e che ha vari assi di intervento uno dei quali legato appunto al legno.
Tra le principali azioni del progetto vi sono la gestione sostenibile delle foreste secondo la logica del distretto, la costruzione di una filiera industriale di prossimità del legno, per assecondare la crescente richiesta da parte del mercato di edifici in legno prefabbricati, la riconversione energetica, in chiave sostenibile, dell’area, sede della centrale termoelettrica di Pietrafitta, ricorrendo a sistemi agro – voltaici. Inoltre, la proposta vuole costruire un insieme di comunità energetiche, proiettato ad autoprodurre e fornire energia rinnovabile per i propri membri.
L’innovazione più rilevante è senza dubbio l’attivazione di una filiera dell’idrogeno verde che a partire dalle biomasse legnose produce tale risorsa strategica nell’area di Pietrafitta; previste soluzioni anche per lo stoccaggio e l’utilizzo da parte di imprese del territorio. L’obiettivo del progetto è di accelerare infatti in modo pieno ed integrato i processi di innovazione dell’area, trovando come leva fondamentale la ricerca, nella costituzione di un centro sperimentale denominato “Wood, Hydrogen and Transportation Design Lab”, che si occuperà di attività di ricerca e di trasferimento tecnologico.
Il progetto, che si avvale della collaborazione dei professori Fabio Bianconi e Marco Filippucci del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli studi di Perugia, è stato sposato dalla Regione Umbria nell’ambito del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 2021-2026) e ha già attirato i primi finanziamenti, tra i quali va menzionato quello molto rilevante di Enel.
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