Uso dei cookie

Questo sito non fa uso di cookie per la profilazione in prima persona.
Questo sito fa però uso di cookie tecnici. Questo sito utilizza inoltre embed di codice e servizi esterni. Nell'informativa estesa sono disponibili i link alle terze parti ove negare i cookies dei terzi che possono profilare se attivati dall'utente sul sito del terzo.
Procedendo nella navigazione o cliccando su "Accetto" si acconsente all'uso dei cookie.


Policy Accetto

A+ A- T+ T-

Perugia e Sicurezza. Torniamoci su. In evidenza

Scritto da 
0
Perugia e Sicurezza. Torniamoci su.

La miglior risposta? Il silenzio

A meno di 24 di distanza, mi vedo costretto a tornare sull'affaire Calabrese manco fosse il Watergate, la trattativa Stato-Mafia o la querelle Simona Ventura–Alessia Marcuzzi. Ci torno perché nel frattempo alla reazione scomposta della senatrice Valeria Cardinali, si sono aggiunte le parole di Wladimiro Boccali, i diktat di Catiuscia Marini (“Calabrese chieda scusa!” come se fossimo a scuola e l'assessore avesse appena rubato la merenda a un compagno) e le semplificazioni da web di quelli che “siccome Calabrese l'ha fatta fuori dal vaso”, chi non la pensa come lui è autorizzato a sostenere che il sole ruota intorno alla terra. Eppure c'era una zona franca di buon senso, enorme come gli spazi che spaventavano Pascal e annichilivano Newton e Kant, in cui ci si sarebbe potuti rifugiare attaccandosi al silenzio, con la stessa salvifica tenacia con cui un parlamentare si attacca alla poltrona (assessore Calabrese in primis, sia chiaro). E invece così non è stato. Piuttosto che aggrapparsi al silenzio, ci si è attaccati a delle uscite infelici per strumentalizzarle, per leggerci dentro quel che non c'era e par arrivare quasi a sostenere che se la sicurezza continua a essere per Perugia quel che la Terra dei Fuochi è per Caserta, non solo la colpa è tutta dell'attuale amministrazione (ché quando era sindaco Boccali al posto degli spacciatori c'erano i volontari della Croce Rossa agli angoli delle strade), ma che se non tornano in fretta i supereroi della vecchia giunta presto Perugia sarà ridotta a un sobborgo di Bogotà. Ritengo dunque opportuno rimettere in fila con un briciolo di sangue freddo, alcuni passaggi del dibattito che sta infiammando Perugia più di Munster dopo l'avvento degli anabattisti.
Procederò per (s)punti. 

1. Non vorrei entrare nel merito delle dichiarazioni dell'assessore Calabrese, ma dovendo dare un giudizio sommario alle sue esternazioni, le derubricherei a “insinuazioni inopportune”.

2. Leggere sulle locandine che l'ex sindaco Wladimiro Boccali in seguito alle suddette dichiarazioni è tornato a “tuonare” mi fa trasalire. Posto che faccio fatica anche a immaginarmi Zeus che tuona, figuriamoci un ragazzotto che vestito peserà sì e non 70 chili cravatta compresa, quello che fra una saetta e l'altra deve essere sfuggito a Boccali (il quale nella miglior tradizione italica conclude il suo sfogo minacciando querele) è che nelle dichiarazioni di Calabrese non ci sono accuse esplicite. Ci sono buone dosi di colorita accozzaglia propagandistica, dal retrogusto nazionalista, ma neanche mezza accusa. Consiglierei pertanto all'ex sindaco di smettere i panni di Giove e rinunciare a sperperare soldi in avvocati.
Dopodiché, difendere il proprio operato e sostenere che nel corso del suo mandato non ci sono state infiltrazioni malavitose di nessun genere, rientra appieno nei suoi diritti e nel dibattito politico. Per la cronaca chi scrive è convinto che Boccali sia persona onesta. Accecato dalle ideologie, imbrigliato da debiti di riconoscenza verso chi lo mise al comando mentre l'impero si sgretolava, scarsamente competente e pochissimo attivo sui temi della sicurezza, ma sicuramente onesto.

3. Non volevo entrare nel merito delle dichiarazioni dell'assessore Calabrese, ma rischierei di fare la fine di Allegri che non vuol parlare dell'arbitro fin quando non gli viene fischiato un rigore contro. Telegraficamente dirò questo: le allusioni e le insinuazioni di Calabrese sono politicamente incendiarie. Ma in fondo al tunnel della propaganda malespressa intravedo una luce di verità che a mio modesto parere è la seguente: è possibile che la malavita sia spaventata dal nuovo corso politico della città. Ma attenzione: non perché in passato vi fossero collusioni o rapporti diretti con l'amministrazione cittadina. Questo lo escludo a priori. Però la criminalità oggi potrebbe sentirsi meno tutelata non perché è venuta a mancare un'esplicita connivenza quanto piuttosto un'implicita sonnolenza. Insomma era più facile controllare il territorio quando chi doveva vigilare dava la sensazione di dormire, piuttosto che con un sindaco che ha vinto le elezioni giurando di ripulire la città.

4. Qualcuno dovrà spiegare alla presidente della Regione, Catiuscia Marini, che non solo non siamo a scuola ma neppure in un regime monocratico in cui il governatore di turno si sveglia e, non apprezzando le affermazioni di un politico, lo intima a chiedere scusa. Siamo in democrazia e la libertà d'espressione è un diritto sacrosanto. In fondo anche Sabrina Ferilli sostiene di aver vinto un Oscar. Ad esternazioni naif si può rispondere e obiettare in mille modi. Ma con un diktat dal sottotesto dispotico, no.

5. Sulla senatrice Cardinali che non solo si indigna ma arriva persino a dare consigli sulla sicurezza, mi sono già espresso. Eppure, più penso a un rappresentante della ex giunta che dà consigli sulla sicurezza a Perugia, più mi viene in mente Nicole Minetti che tiene un seminario su Santa Rita da Cascia.

6. Sul fatto che ci siano infiltrazioni criminali in Umbria dobbiamo farcene una ragione. È scritto nero su bianco nel dossier “Covo Freddo” pubblicato dalla stessa Regione e da “Libera”, l'osservatorio contro le Mafie, nel 2011. “Un modello che”, spiega il dossier, “si caratterizza per gli aspetti dell'invisibilità e della trasversalità dei settori coinvolti”. Che poi si tratti di ramificazioni che non arrivano alla politica è auspicabile. Ma se un territorio è in qualche modo controllato dalla malavita, saremmo degli illusi e degli ingenui ad abbassare la guardia ritenendo la politica una zona franca da possibili contaminazioni. 

Pubblicato in PM TopNews