Addio Hipsters In evidenza
Piena estate, un caldo africano che non si registrava da quasi cento anni e il vacanziere in spiaggia a cercare refrigerio, scruta in lontananza il caso antropologico più chiacchierato degli ultimi anni, L’Hipster, chiedendosi nella sua “normale” mente come un essere umano possa tenere una barba così lunga stile capigliatura di Raperonzolo, con quaranta gradi all’ombra.
L’hipster, meritandosi anche una definizione dall’Accademia della Crusca, è quel giovane tendenzialmente disinteressato alla politica e con velleità fortemente anticonformiste, che si riconosce per atteggiamenti stravaganti e abbigliamento eccentrico e variopinto.
Non bastavano problemi insormontabili che ogni giorno turbano la vita di questo giovane “ribelle”; già vedere altri con una barba migliore della sua è motivo di grande lutto , non sapere quale papillon sia giusto indossare in base alla propria visione giornaliera del mondo, fino ad arrivare alla rottura dei suoi iconici occhiali e cosa ancora più grave vedere altri iniziare a frequentare il suo locale preferito, non più indisturbato nel pubblicare a ritmi ossessivi le foto del suo “agognato” muffin ai mirtilli su instagram.
Ora anche la scienza è contro questo povero barbuto sventurato.
Una ricerca scientifica condotta da esperti universitari canadesi nel Quebec, ha affermato che tanto più un uomo ha la barba folta o l’avrebbe se non la tagliasse, tanto più è probabile che soffra di perdita di capelli.
Negli uomini, infatti, il tasso di evaporazione del sudore è molto più elevato nella fronte e nell’eventuale “zona calva “rispetto a guance e mento.
Secondi i ricercatori, la presenza di barba crea una sorta di “pressione” facendo disperdere la temperatura in eccesso in altre parti della testa, spingendo così verso la calvizia.
Che sia la fine di questa tendenza modaiola-musicale-letteraria?
Sicuramente i primi a ringraziare saranno le multinazionali nella produzione di lamette e dei rasoi elettrici per barba.