Rosso Noir In evidenza
Sono stanca, non conosco né i sospettati né la vittima.
Le persone tentano di risolvere il caso mentre mangiano pomodori ripieni. Si guardano l’un l’altro con aria di sfida e di mistero, alternando momenti di suspense a momenti di assordante silenzio.
Qualcuno si passa informazioni da sotto il tavolo, cercando prove, indizi o magari solo un complice. Alcuni cercano alibi e moventi, altri le chiavi della macchina.
Il morto ogni tanto apre un occhio, per assicurarsi che siano tutti intenti a dargli giustizia!
Interrogatori che si accavallano, qualcuno che si alza a prendere un’altra coppa di Martini. Un’ubriachezza generale che lascia fuori la vittima, l’unica persona che non si diverte, glielo leggo a chiare lettere su quella faccia funerea!
Un uomo si alza dal tavolo e dice “un altro bicchiere per il commissario!” e ricade sulla sedia per il troppo sforzo, ridendo da solo.
Pacchetti di sigarette e qualche sigaro per analizzare ancor meglio il caso.
A tratti provo ad immaginare delle scene in bianco e nero ma non funziona, sembrano tutti la parodia di detective improvvisati, ubriachi e ignari del fatto che l’assassino è già sfuggito sotto i loro occhi. E li guarda dal terrazzino di fuori, con un Manhattan in mano e una sciarpa rossa.
La finta vittima sorride perché si è accorta e non può dire nulla!
Qualcuno inizia a far volare accuse, qualcuno non ritrova il proprio block notes e incolpa il vicino, qualcun altro inizia a sbottonarsi la camicia e abbandona il caso.
Qui fuori è freddo, il mio cocktail è finito e credo che ora entrerò e mi costituirò!
L’assassina che risolve il caso, da sobria!
Offro da bere alla vittima e me ne torno a casa a scontare finalmente qualche ora di sonno!