Quarto di Luna In evidenza
Una parte velata e una da svelare, come un quarto di luna
I miei articoli iniziano sempre con un riferimento musicale che, ispirandomi, mi porta a scrivere. Questa volta ci sono le mie canzoni, la mia faccia, il mio nome. Ciò mi provoca un senso di vertigine che somiglia ad una felicità leggera. Recensire da soli questo lavoro potrebbe sembrare autoreferenziale. Parlare di un mondo musicale e discografico ormai trasformato sarebbe fuori luogo. Qui voglio solo tornare dietro le quinte, tra le facce che hanno lavorato con me a riflettori spenti.
“Il passo qual è”, “La valigia”, “Sorrisi a metà”, “Rosso”, “Sera d’estate”: cinque pezzi scritti di notte che nascono dopo anni di studi e sacrifici, di piccoli palchi e ampi scenari, di grandi nomi e grandi persone, di treni in corsa verso Roma (che ti illumina la strada), dei pugni sbattuti sul tavolo, delle lacrime sui fogli, dei sorrisi infiniti, degli incontri che ti sfiorano e altri che restano, di voci e chitarre che riempiono lo spazio.
Dentro lo studio di registrazione c’è odore di strumenti e di computer. Cavi in ordine e cuffie appoggiate ognuna al proprio posto. Concentrazione e sguardi umilmente fieri. Cercare quel suono finchè non esce dalla testa, capirsi al volo con uno sguardo, condividere umanità e professionalità. Imparo da ogni gesto, dall’attenzione e la cura che non sono mai abbastanza. Imparo che quando si ha a che fare con storie personali tutto si trasforma e che esserne protagonisti è una responsabilità. Imparo che scrivere su carta le proprie emozioni è un atto di intimità, è cedere e condividere se stessi e somiglia ad un atto di coraggio ma nasce naturale.
Giacomo ha scattato e rubato un mio sguardo all’in giù, Claudio ha acceso luci e colori, Massimo ha dato forma musicale alle mie parole, Gianluca ha viaggiato su tasti bianchi e neri, Matteo ha toccato le corde creando ritmo, Saverio ci ha tenuto insieme a tempo.
La mia penna, la mia voce.
Il mio esserci perché ci sono anche gli altri.