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L'editoriale n.100

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L'editoriale n.100

Colpirne uno, per sfogliarne cento

Se me l'avessero detto quando guardavo estasiato (con l'estasi dell'etologo più che del religioso) il pubblico di “Ok il prezzo è giusto”, che scandiva “Cento! Cento!” a ogni giro di ruota, non ci avrei creduto. E non perché - alla pari di una pensionata di Cesano Boscone arruolata per fare la claque negli studi di Iva Zanicchi - fossi convinto che il 100 era una sorta di miracolo televisivo più tarocco delle lacrime di San Gennaro. Semplicemente perché il 100 (agli occhi di un adolescente a cui sembravano tantissimi anche i 15 gol del capocannoniere della propria squadra del cuore) sembrava un numero straordinariamente grande. Quasi irraggiungibile. Eppure, anche oggi che l'adolescenza se n'è andata da un pezzo, quel cento continua a sembrarmi una montagna quasi impossibile da scalare. Pure se mi volto a guardarla dall'alto. Figuratevi se dieci anni e mezzo fa, quando dalla tipografia usciva la prima copia calda di Piacere Magazine, avrei potuto immaginare che un giorno PM* avrebbe tagliato questo traguardo. Nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è passata tanta: la torta al testo da prodotto tipico è diventata un moltiplicatore di ricchezze (col perugino medio che passa le serate a fare i conti in tasca a Testone), la città sinistra è diventata destra (ma sinistri restano ancora troppi quartieri alla mercé di tetri micro-criminali), Sandri ha cambiato l'anima ma non il corpo, e se a un concittadino che tornasse a Perugia dopo anni passati altrove dicessero che in Comune c'è persino l'assessore Calabrese, questi potrebbe addirittura pensare che Rocco Valentino ce l'abbia finalmente fatta. Ché quando si discorre è dura far capire se la C è maiuscola o minuscola. Maiuscola era pure quella che il Grifo, targato Silvestrini, affrontava nel 2005, anno in cui iniziava la nostra avventura, copia dopo copia, verso un'altra C maiuscola, quella del Cento. Così, tanto per darvi un'idea di quanto tempo sia passato. Basti pensare che all'epoca i perugini avevano una vita sociale anche senza Menchetti. In mezzo un alfabeto di numeri (intesi come copie) e colori (nel senso ne abbiamo visti di ogni tipo, nel bene e nel male). E oggi, per celebrare questo traguardo e per ringraziare voi, lettori, veri artefici di questa imprevedibile parabola editoriale, abbiamo confezionato un'edizione speciale che ruota intorno al numero 100 (declinato sul meglio della nostra regione). Così, ogni argomento è numerato, attraverso un unico filo conduttore che non ambisce minimamente a farsi classifica, ma a scandire piuttosto una carrellata d'istantanee di alcune eccellenze umbre. Se avrete il buon cuore di arrivare fino in fondo vi abbiamo riservato una sorpresa che ha il sapore dell'auto-celebrazione (concedetecelo): la galleria definitiva di tutte le 100 copertine della nostra breve, lunghissima, storia.


*in onore del quale il colore di questo numero è il magenta, che più di ogni alto ci contraddistingue

L'editoriale n.100
   
Matteo Grandi

A due anni leggeva Proust, parlava perfettamente l'inglese, capiva il francese, citava il latino e sapeva calcolare a mente la radice quadrata di numeri a quattro cifre. Andava al cinema, seppur accompagnato dai genitori, suonava il pianoforte, viaggiava in aereo, scriveva poesie e aveva una fitta corrispondenza epistolare con l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. A sei anni ha battuto la testa cadendo dagli sci. Del bambino prodigio che fu restano l'amore per il cinema, per la scrittura e per le feste natalizie. I segni del tracollo sono invece palesati da un'inutile laurea in legge, da un handicap sociale che lo porta a chiudersi in casa e annullare appuntamenti di qualsiasi genere ogni volta che gioca il Milan e da una serie di contraddizioni croniche la più evidente delle quali è quella di definirsi "di sinistra" sui temi sociali e "di destra" su quelli economici e finanziari. A trent'anni ha battuto di nuovo la testa e ha fondato Piacere. Gli piacerebbe essere considerato un edonista; ma il fatto che sia stata la sofferenza (nel senso di botta in testa) a generare il Piacere (nel senso di magazine) fa di lui un banalissimo masochista.